Abstract tesi: cos’è, come si scrive, esempi e lunghezza

Studentessa sorpresa davanti al computer mentre scopre come scrivere l'abstract della tesi

Molti studenti arrivano all’ultimo senza sapere davvero come scrivere un abstract che sia chiaro, sintetico e accademico. L’abstract sembra “quella cosa di dieci righe” che liquidi in due minuti… e invece no. Non ha un numero fisso di righe, perché i regolamenti parlano in parole: di solito tra 150 e 250 parole per le triennali e 200–300 parole per le magistrali. In pratica: un paragrafo di mezza pagina, non un romanzo.

In questo articolo ti spieghiamo cos’è davvero, come si scrive in 6 passi chiari e ti diamo esempi concreti. Ti parliamo da ex studenti che hanno fatto la trafila, con professori che leggono trenta tesi al giorno e zero pazienza. L’obiettivo? Evitarti i tranelli e farti consegnare un abstract pulito, utile e accademicamente corretto.

Se stai scrivendo la tesi di laurea, l’abstract è la prima cosa che il relatore leggerà e userà per farsi un’idea del tuo lavoro (spesso più dell’introduzione stessa).

Cos’è un abstract tesi di laurea (e perché conta davvero)

L’abstract è il riassunto ultracompatto della tua tesi: obiettivo, metodo, risultati, conclusioni e, spesso, parole chiave. In PDF di solito compare dopo il frontespizio e prima dell’indice. Attenzione però: non è obbligatorio in tutti gli atenei. Per esempio Unibo e Bari lo richiedono in fase di upload (insieme alle keyword), mentre per altri atenei può essere facoltativo.I n pratica è il modo accademico di riassumere il tuo lavoro in poche righe, senza perdere né serietà né chiarezza.

Nota verità, non leggenda: in alcuni corsi chiedono anche l’inglese o un abstract più lungo. Sotto trovi i casi reali con riferimenti ufficiali.

A cosa serve (e perché conviene farlo bene)

  • Alla commissione basta mezzo minuto per capire se sai di cosa stai parlando. Anche il relatore spesso legge per primo l’abstract: se è fatto bene, ti risparmi il classico commento ‘ma cosa volevi dire qui?’ durante la discussione.

  • Finisce nei cataloghi d’ateneo e ti rende trovabile con le parole chiave. L’Università d Bari, ad esempio, chiede esplicitamente abstract + 3/5 keyword.

  • In molte piattaforme di upload, senza abstract non vai avanti (succede con vari sistemi d’ateneo; a Padova, per esempio, Uniweb richiede titolo, abstract e keyword come campi obbligatori).

Lunghezza dell’abstract della tesi di laurea (triennale e magistrale)

Qui niente miti: i range li fissano i regolamenti, ma NON sono identici ovunque. Esempi concreti e verificabili:

  • Triennale: spesso 150–250 parole. Alcuni corsi fissano un numero preciso (200 parole), altri lasciano un range elastico.

  • Magistrale: spesso 200–300 parole.

  • Eccezioni: ci sono corsi che chiedono  di più. Esempio reale: Sapienza, Farmacia usa un modello con min 300 – max 400 parole per l’abstract. farmed.web.uniroma1.it

  • Repository/portali: diversi atenei richiedono parole chiave obbligatorie oltre all’abstract (Unibo Lettere lo specifica alla voce upload).

Regola d’oro: se il tuo corso non specifica, stai in mezza pagina e punta a 1 paragrafo pulito.

Abstract in inglese: quando serve sul serio

  • É obbligatorio solo per alcuni corsi magistrali, sopratutto in area STEM e nei corsi bilingue. Negli altri casi è consigliato, ma non sempre richiesto. 

  • Politecnico di Milano nei documenti operativi per tesi (agg. maggio 2024) è prassi avere l’abstract in inglese per le LM; i dipartimenti tecnici forniscono anche guide in inglese.

  • Milano-Bicocca: nelle guide di stesura l’abstract in inglese è previsto nei materiali ufficiali dei corsi. 

  • Sapienza: se la tesi è in lingua straniera, ti chiedono anche un abstract in italiano (regole 2024).

Studentessa con computer portatile e bandiera americana, simbolo dell'abstract della tesi in inglese richiesto in alcuni corsi

Traduzione “umana”: se sei in magistrale. in area STEM o il tuo corso è bilingue, preparati a farlo anche in inglese. Negli altri casi non è detto che serva, ma averlo può fare comodo. 

Template Abstract (gratis, tranquilli)

L’abstract non è un rituale mistico: è un paragrafo di 200 parole che ti fa sudare più della sessione d’esami.
Noi ti abbiamo già fatto lo scheletro: tu ci scrivi dentro e sembri un* professionista*.
Zero sbatti, zero seghe mentali, solo un file pronto da copiare e incollare.

Come scrivere un abstract efficace: guida in 6 passi (con mini-esempi)

L’idea è semplice: strutturare le informazioni essenziali in modo conciso, così che chi legge capisca subito obiettivo, metodo e risultati.

  • Tema e contesto (1–2 frasi)
    Dichiara il campo e il problema: niente giri di parole.
    Esempio: “La ricerca analizza come i reel Instagram influenzano l’engagement delle PMI italiane.”

  • Obiettivo / domanda di ricerca
    Spiega chiaramente cosa volevi dimostrare.
    Esempio: “Valutare l’effetto dei reel su reach, ER e clic al sito rispetto ai post statici.”

  • Metodologia (essenziale)
    Approccio, campione/dataset, strumenti.
    Esempio: “Analisi di 1.240 contenuti da 30 PMI (gen–giu 2025), confronto pre-post con t-test e regressione lineare.”

  • Risultati principali
    Buttali subito: numeri chiave, chiaro e secco.
    Esempio: “I reel portano +38% reach e +22% ER rispetto ai post; zero differenze significative sui clic.”

  • Conclusioni/implicazioni
    Perché conta? Cosa ci si fa con questo risultato?
    Esempio: “I reel aumentano attenzione e interazioni ma non il traffico: servono CTA esplicite.”

  • Parole chiave (3–5)
    Servono per i cataloghi e aiutano la SERP.
    Esempio: “Instagram; PMI; short-video; engagement; social media.”

Tip: scrivilo alla fine della tesi, quando hai risultati e conclusioni definitivi. Sembra banale, salva ore di vita

Pro tip: prepara due versioni: una completa per la tesi e una sintetica per LinkedIn o i social.

Hai perso mezz'ora solo a pensarci?

Se vuoi evitare di incartarti, ci pensiamo noi: tutor veri che ti sistemano abstract, bibliografia o intere parti della tesi.
Zero sbatti, zero copie da Wikipedia.

Esempio Triennale (~170 parole)

[Contesto] Le piccole e medie imprese italiane utilizzano sempre più Instagram come canale di comunicazione per aumentare visibilità e riconoscimento del brand. Tuttavia, l’efficacia dei contenuti brevi come i reel, rispetto ai post statici, resta poco indagata e spesso percepita in modo intuitivo dai social media manager senza basi empiriche solide.

[Obiettivo] Questo studio intende valutare l’impatto dei reel sui principali indicatori di performance digitale, in particolare reach, engagement rate (ER) e traffico verso il sito, confrontandoli con i risultati ottenuti dai post tradizionali.

[Metodo] È stata condotta un’analisi quantitativa su 1.240 contenuti pubblicati da 30 PMI italiane nel periodo gennaio–giugno 2025. I dati raccolti sono stati elaborati mediante confronto pre-post, test t e regressione lineare multivariata.

[Risultati] I reel hanno generato in media un incremento del +38% della reach e del +22% dell’ER, con effetti più significativi sugli account con meno di 10.000 follower. Non sono emerse differenze statisticamente rilevanti rispetto ai clic al sito.

[Conclusioni] I reel si confermano strumenti efficaci per stimolare attenzione e interazioni, ma non garantiscono automaticamente conversioni: risultano utili in un calendario misto, affiancati da call to action (CTA) esplicite.

[Parole chiave] Instagram; PMI; reel; engagement; social media.

Esempio Magistrale (~230 parole)

[Contesto] La previsione precoce del dropout universitario rappresenta una priorità strategica per gli atenei, poiché consente di attivare interventi mirati di supporto agli studenti a rischio e di ridurre l’abbandono. Identificare i fattori predittivi attraverso strumenti quantitativi affidabili è cruciale per migliorare l’efficacia delle politiche di orientamento e tutoraggio.

[Obiettivo] Il presente lavoro mira a sviluppare e valutare un modello di early-warning basato su dati amministrativi e informazioni estratte dai Learning Management System (LMS), al fine di prevedere in maniera tempestiva la probabilità di abbandono.

[Metodo] L’analisi si è basata su un dataset di 9.842 studenti iscritti negli anni accademici 2021–2024. Sono state considerate variabili relative alla carriera universitaria, alla frequenza di accesso alla piattaforma LMS e agli esiti dei quiz. I modelli testati includono Gradient Boosting Machine (GBM), Random Forest (RF) e Logit, con procedura di validazione 5-fold e metriche di valutazione AUC e PR.

[Risultati] Il modello GBM ha ottenuto un’AUC di 0,87 e una Average Precision (AP) di 0,62, superando sia la Random Forest (AUC 0,84) che il Logit (AUC 0,79). Le feature più rilevanti sono risultate il ritardo nei CFU, i giorni senza accesso alla piattaforma e gli esiti dei quiz. L’analisi tramite SHAP values ha permesso di individuare soglie operative utili per l’attivazione dei servizi di tutoraggio personalizzato.

[Conclusioni] I risultati confermano l’efficacia del modello proposto per migliorare l’identificazione precoce del rischio di abbandono e offrono indicazioni interpretabili a supporto delle policy universitarie orientate alla prevenzione del dropout.

[Parole chiave] dropout; early warning; e-learning; gradient boosting; università.

Tipi di abstract tesi di laurea: descrittivo vs informativo con esempi pratici

Cos’è un abstract fatto bene? Dipende da che tipo ti chiedono. Nella tesi di laurea triennale o magistrale troverai quasi sempre due modelli:

Abstract descrittivo

Riassume l’argomento e la struttura del lavoro svolto, senza numeri né dettagli tecnici. È un riassunto del lavoro più “editoriale”.
Quando usarlo: corsi umanistici o teorici, quando il regolamento parla di “descrizione sintetica dell’intero elaborato”.

Mini-esempio (≈90 parole):
L’abstract della tesi presenta un’analisi della ricezione di Dante nei manuali scolastici italiani tra il 1950 e il 2000. Dopo aver delineato il contesto storico-editoriale, la scrittura dell’abstract evidenzia i punti chiave della ricerca: criteri antologici, apparati critici, immagini. Il lavoro completo è organizzato in tre capitoli: quadro teorico, un’analisi su 42 manuali e discussione. Nell’abstract non compaiono riferimenti bibliografici: rimandano al testo.”

Abstract informativo

Riporta risultati principali e implicazioni con dati minimi. È l’abstract efficace per convincere chi legge la tesi in fretta.
Quando usarlo: aree STEM, economico-sociali, sperimentali; quando il regolamento cita “risultati più importanti”.

Mini-esempio (≈110 parole):
“Questa tesi valuta l’impatto di un tutoraggio digitale sul recupero CFU degli studenti del primo anno. Campione: 612 matricole; disegno quasi-sperimentale; finestra 2023/24. Il gruppo trattato ha registrato +24% CFU entro giugno (p<0,01) e una riduzione del dropout −7,3 p.p. rispetto al controllo. Le implicazioni: potenziare il supporto nei primi 100 giorni e integrare alert automatici su LMS. Parole chiave: tutoraggio; early warning; CFU; retention.”

Regola pratica per un buon abstract tesi di laurea: scegli il tipo in base al corso. In ogni caso, resta su 250 parole massimo se il tuo regolamento non dice altro, concentra poche righe su obiettivo, metodo, risultati, conclusioni, e chiudi con parole chiave chiare. Questa sintesi efficace fa davvero la differenza per l’attenzione della commissione.

Errori comuni da evitare

Burocratese del tipo “La presente trattazione intende...” No.

Citazioni e bibliografia dentro l'abstract: NON SI METTONO

Inserire informazioni nuove che non compaiono nella tesi

Fare un primo piano della metodologia e zero risultati

Scrivere 500 parole: si chiama abstract, non prologo del Signore degli Anelli

Vale anche per le tesi sperimentali: l’abstract non è il posto dove infilare dettagli tecnici o la bibliografia, ma solo l’essenza del lavoro.

FAQ dell’ansia da abstract

Quante parole deve avere l’abstract della tesi?

Se il tuo corso non dice nulla, vai sul sicuro: 150–250 parole per una triennale, 200–300 parole per una magistrale. Poi ci sono i casi “simpatici”: Sapienza Farmacia pretende addirittura 300–400 parole. Insomma: meglio controllare sempre il regolamento del tuo corso, altrimenti rischi di scrivere troppo o troppo poco.

Cosa devo inserire nell’abstract?

La formula magica è questa: contesto, obiettivo, metodo, risultati, conclusioni + 3–5 parole chiave. Non serve scrivere la Divina Commedia, bastano frasi chiare che coprano questi punti. Uniba, ad esempio, ti chiede esplicitamente abstract + keyword.

L’abstract in inglese è obbligatorio?

Dipende. In molte magistrali (soprattutto area STEM) sì: Polimi e Bicocca lo chiedono senza pietà. In altri corsi è solo “consigliato”. Regola pratica: se il tuo corso è bilingue o tecnico, preparati a farlo anche in inglese.

Dove va messo l’abstract nella tesi?

Di solito lo trovi dopo il frontespizio e prima dell’indice. Alcune università, tipo Polimi, ti scombussolano e lo vogliono prima della dedica o dei ringraziamenti. Morale: guarda sempre il template ufficiale che ti danno.

Posso mettere numeri e percentuali?

Certo, anzi: metterli è il modo migliore per sembrare concreto. Percentuali e risultati chiave ci stanno. Quello che non ci sta mai sono bibliografia e citazioni: quelle tienile dentro al corpo della tesi, non nell’abstract.

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